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La stampante 3D industriale più veloce sul mercato

La stampante 3D industriale più veloce sul mercato

La velocità è uno dei fattori principali con il quale si valuta l’efficienza di una stampante 3D, soprattutto se questa viene utilizzata a scopo commerciale. Questa caratteristica è anche storicamente associata a delle critiche che sono state mosse verso questa tecnologia, soprattutto rispetto ai macchinari in commercio più di un decennio fa. Chiunque abbia seguito i progressi della produzione additiva non può che avere apprezzato quali significativi passi avanti siano stati fatti, rendendo in certi casi la stampa 3D competitiva e veloce tanto quanto i sistemi di produzione classici.

Prima di osservare le stampanti più veloci attualmente prodotte c’è bisogno di spendere due parole su come interpretare il parametro della velocità rispetto a questa tecnologia.

La velocità non è un valore assoluto

Avendo a disposizione l’elenco delle caratteristiche delle macchine più quotate sul mercato si può stilare facilmente una classifica di quali siano le più veloci. Ma è davvero utile? Innanzitutto bisogna chiarire che questo singolo valore deve essere abbinato ad altri per poter restituire un quadro di quale velocità possa assicurarci una stampante rispetto al lavoro che dobbiamo compiere.

  • Risoluzione dell’oggetto, vale a dire lo spessore dei layer che compongono il progetto. Alla medesima velocità lo stesso oggetto viene stampato in più o meno tempo a seconda di questo parametro.
  • Qualità della stampa, ovvero il rapporto tra velocità e complessità dell’oggetto da stampare. Per alcune macchine non è sostenibile andare al massimo della velocità restituendo anche una buona qualità di stampa, il rischio quindi è di dover ripetere l’operazione.
  • La tecnologia in uso. Come si sa la stampa 3D è una macrocategoria in cui rientrano diverse tecnologie che lavorano in modo diverso, avendo in comune il processo di addizione del materiale. Tra queste le più veloci sono le Multi Jet Fusion e i macchinari DLP o SLA (che funzionano attraverso il raffreddamento di resina allo stato liquido).

I modelli più veloci

Le stampanti industriali hanno delle prestazioni migliori di quelle più piccole, e soprattutto più economiche, destinate a un pubblico di singoli makers. Sono le designate a portare la tecnologia della produzione additiva nelle nostre case: non una sorta di elettrodomestico bensì macchinari atti a inserirsi nelle filiere di produzione degli oggetti di uso comune, proponendosi come alternativa più efficace rispetto alle tecnologie classiche.

BAAM

Tra queste spicca la Big Area Additive Manufacturing, BAAM. La velocità di stampa in questo caso è di 36kg per ora. Una caratteristica notevole che si abbina all’ancora più impressionante area di stampa di 6x2x1,9 metri. Un unicum nel settore, una macchina in grado di stampare grossi pezzi in tempi considerevolmente bassi. La struttura in acciaio mette al riparo dalle eventuali oscillazioni del grande estrusore, che è in grado di lavorare con diversi tipi di materia prima.

Massivit 1800

In questo caso parliamo di un modello più compatto (piano di stampa 1,8×1,5×1,2 metri) che arriva a stampare fino a 1 metro di materiale al secondo utilizzando una tecnologia a estrusione di gel. Un macchinario dal prezzo intorno al milione di euro che si esalta nella creazione di grandi materiali per la comunicazione visiva (insegne, scenografie, esposizioni di vario genere).

HP 3D Jet Fusion 5200

Le caratteristiche tecniche del modello di punta della casa HP raccontano di una macchina più compatta di quelle introdotte in precedenza (38×28,4×38 cm), e anche più economica visto che il prezzo è inferiore al mezzo milione di euro. Al netto di questo però la HP Jet Fusion 3D 5200 è la stampante industriale più veloce con ben 5 cm3 per ora. Il fatto che si tratti di centimetri cubi è fondamentale poiché è nel funzionamento della tecnologia Multi Jet Fusion, sviluppata da HP, che risiede la sostanziale differenza. Questo macchinario infatti può creare più oggetti contemporaneamente, anche di design diversi. Non solo produzione in serie, dunque, ma anche la possibilità di lavorare a più progetti insieme. I limiti strutturali sono ridotti al minimo, lavorare per livelli e non per singole righe comporta anche questo. Nonostante un’area di stampa non così capiente i macchinari che compongono la stampante sono piuttosto voluminosi: uno serve a preparare il cesto di stampa, l’altro a realizzare il ciclo di stampa vero e proprio. In ogni caso si tratta di uno dei macchinari più commercializzati che ha già scritto una pagina importante nella storia della manifattura additiva.

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